Ricordiamo che per ricévere la comunione, i cattòlici dévono
èssere in stato di Grazia.
Nel rito romano
antico, la comunióne
si ricéve sempre sulla lingua, e se fisicaménte possìbile, in ginòcchio.
Sàbato pròssimo è la fèsta
di tutti santi. La messa sarà
celebrata alle 11.
La solennità
dei defunti quest’anno sarà
celebrata lunedì
3, perché
il due è una doménica.
Celebrerò tre messe basse di Requiem
iniziando alle 8, e dopo andremo alla tomba del primo rettóre di
questa chiesa, che è nella cripta, per fare le preghiere di assoluzióne e ottenere l’indugenza plenaria.
È
possìbile ottenere
quest’indulgénza
tutti i giorni della prima settimana di novembre visitando un cimetèro o una tomba (o la tomba della cripta dopo
la messa, ma soltanto visibile con una
torcia )
Ùltimo Annuncio: questo martedì è la festa dei
santi Simone e Giuda, patroni
di questa chiesa. Per
questa occasione,
i due reliquiari preziosi sono esposti sull’altare tutta
la settimana.
†
"L'Agnello che fu immolato è
degno di ricevere potenza e divinità e la sapienza e la forza e l'onore. A lui
la gloria e la potenza nei secoli dei secoli."
Fratelli,
Questo estratto dell'Intròito della Messa di Cristo Re, che si cèlebra oggi (ùltima Doménica di Ottóbre nel calendario tridentino), ci ricòrda di un eleménto fondamentale della fede cattòlica, che a volte sembra èssere fuori posto nella società di òggi: la regalità universale di Cristo.
Sì, Gesù Cristo è il Re, e a più di un tìtolo. In primo luogo a causa della sua natura divina, per la quale tutto ciò che esiste Gli è necessariamente sottomésso, poiché tutto ciò che esiste, esiste da Lui e per Lui.
E ancóra, è re a càusa della dignità della sua natura umana che, unita alla sua natura divina, ne ha ricevuto una nobiltà ineguagliàbile. Questo è ciò che il profèta Daniele vide: "Un Figlio dell'uomo" vieniénte sulle nubi del cielo al quale "fùrono donati potére, glòria e régno; tutti i pòpoli, tutte le nazióni e tutte le lingue Lo servìrono. "
Gesù è infine re per dirìtto di conquista attravèrso la Sua croce e per la testimoniànza che Egli ha reso per la Verità. Lui, "il testimòne fedéle" è venùto a ristabilìre la verità. La regalità di Cristo è la regalità della Verità che régna con la sóla fòrza di persuasióne che esèrcita sulle ménti e i cuòri... "io sono re [e] sono venuto nel mondo per questo: per réndere testimonianza alla Verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce", si ascolta nel Vangelo di oggi.
Fratelli,
Nói cattòlici dobbiamo affermare fòrte e chiara la regalità di Cristo, di fronte ai nostri contemporànei che dùbitano di poter sapére ciò che è vero e ciò che è falso e se esiste qualcòsa di cèrto! Poiché, se nulla di cèrto si può dire, allora la vita umana non ha uno scòpo sicùro, non esìste una vàlida ragione per vìvere; ècco còsa pòrta, specialménte i gióvani in Occidente, alla disperazióne e alla rivòlta. Venéndo a testimoniare la Verità, Cristo affronta il problèma più fondamentale della vita umana.
Fratelli,
Questo estratto dell'Intròito della Messa di Cristo Re, che si cèlebra oggi (ùltima Doménica di Ottóbre nel calendario tridentino), ci ricòrda di un eleménto fondamentale della fede cattòlica, che a volte sembra èssere fuori posto nella società di òggi: la regalità universale di Cristo.
Sì, Gesù Cristo è il Re, e a più di un tìtolo. In primo luogo a causa della sua natura divina, per la quale tutto ciò che esiste Gli è necessariamente sottomésso, poiché tutto ciò che esiste, esiste da Lui e per Lui.
E ancóra, è re a càusa della dignità della sua natura umana che, unita alla sua natura divina, ne ha ricevuto una nobiltà ineguagliàbile. Questo è ciò che il profèta Daniele vide: "Un Figlio dell'uomo" vieniénte sulle nubi del cielo al quale "fùrono donati potére, glòria e régno; tutti i pòpoli, tutte le nazióni e tutte le lingue Lo servìrono. "
Gesù è infine re per dirìtto di conquista attravèrso la Sua croce e per la testimoniànza che Egli ha reso per la Verità. Lui, "il testimòne fedéle" è venùto a ristabilìre la verità. La regalità di Cristo è la regalità della Verità che régna con la sóla fòrza di persuasióne che esèrcita sulle ménti e i cuòri... "io sono re [e] sono venuto nel mondo per questo: per réndere testimonianza alla Verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce", si ascolta nel Vangelo di oggi.
Fratelli,
Nói cattòlici dobbiamo affermare fòrte e chiara la regalità di Cristo, di fronte ai nostri contemporànei che dùbitano di poter sapére ciò che è vero e ciò che è falso e se esiste qualcòsa di cèrto! Poiché, se nulla di cèrto si può dire, allora la vita umana non ha uno scòpo sicùro, non esìste una vàlida ragione per vìvere; ècco còsa pòrta, specialménte i gióvani in Occidente, alla disperazióne e alla rivòlta. Venéndo a testimoniare la Verità, Cristo affronta il problèma più fondamentale della vita umana.
Viviamo in un paése dóve la regalità manca da troppo tempo per non avere fatto scomparìre le certézze su cèrte còse. Dobbiamo quindi sottolineare il trìplice potere inerénte a qualsiasi regalità: il potere di legiferare, di giudicare e di far eseguire le Sue sentenze.
Cristo dunque, possiede tali poteri al grado suprèmo: è legislatóre attravèrso la legge naturale che govèrna l'intero universo nella sua ricca diversità, ed è legislatore nell'ordine soprannaturale, attravèrso il Decàlogo e la nuova legge del Vangelo.
Infine, è il giudice, "Il padre
non giùdica nessuno, ma
ha dato al Figlio ogni potere di giudicàre,"
afférma ancora il Signóre nel Vangèlo
di San Giovanni.
Questo giudizio è di órdine soprannaturale perché riguarda le ànime, ma è anche di órdine naturale, perché è «inseparabile dal diritto di premiare o punire gli uomini, anche durante la loro vita [terrena]", scrisse Pio XI, a cui si deve l'istituzione della festa di Cristo Re.
Fratelli,
La regalità di Cristo è universale e non conosce limitazione di tempo, di luogo o di persona ... E se Gesù disse a Pilato che il suo regno non è di questo mondo, non significa che Gesù non esèrcita la sua regalità in questo mondo, ma che il suo regno è di orìgine divina e quindi nessuno ha il potere di sottràrGlielo. Ècco perché Egli non ha bisogno di guardie che combattono per Lui ... ha bisogno che le nòstre intelligenze si àprano alla sua testimonianza.
Questa fèsta di Cristo Re ci invita a "combàttere valorosaménte e instancabilménte, sótto la bandiera di Cristo Re", in mòdo che il suo régno arrivi "in terra come in cielo" ... Noi diciamo questa preghiera ògni giorno, ma comprendiamo che còsa signìfica quésto per noi?
I soldàti più valorósi di Cristo Re sono stati senza dubbio martiri che, nei primi sècoli come oggi in alcune parti del mondo, hanno scelto di versare il loro sangue e dare la propria vita piuttòsto che rinunciare ad un regno totale di Cristo sulla loro vita.
L'affermazióne dél régno di Cristo è questa: non una questione di folklore, ma la dichiarazione sicura e ferma, fino al martirio, se necessario, della supremazia della regalità di Cristo, regno di amore e di verità.
Questo giudizio è di órdine soprannaturale perché riguarda le ànime, ma è anche di órdine naturale, perché è «inseparabile dal diritto di premiare o punire gli uomini, anche durante la loro vita [terrena]", scrisse Pio XI, a cui si deve l'istituzione della festa di Cristo Re.
Fratelli,
La regalità di Cristo è universale e non conosce limitazione di tempo, di luogo o di persona ... E se Gesù disse a Pilato che il suo regno non è di questo mondo, non significa che Gesù non esèrcita la sua regalità in questo mondo, ma che il suo regno è di orìgine divina e quindi nessuno ha il potere di sottràrGlielo. Ècco perché Egli non ha bisogno di guardie che combattono per Lui ... ha bisogno che le nòstre intelligenze si àprano alla sua testimonianza.
Questa fèsta di Cristo Re ci invita a "combàttere valorosaménte e instancabilménte, sótto la bandiera di Cristo Re", in mòdo che il suo régno arrivi "in terra come in cielo" ... Noi diciamo questa preghiera ògni giorno, ma comprendiamo che còsa signìfica quésto per noi?
I soldàti più valorósi di Cristo Re sono stati senza dubbio martiri che, nei primi sècoli come oggi in alcune parti del mondo, hanno scelto di versare il loro sangue e dare la propria vita piuttòsto che rinunciare ad un regno totale di Cristo sulla loro vita.
L'affermazióne dél régno di Cristo è questa: non una questione di folklore, ma la dichiarazione sicura e ferma, fino al martirio, se necessario, della supremazia della regalità di Cristo, regno di amore e di verità.
Sia Lodato Gesù Cristo+