QUICUMQUE VULT SALVUS ESSE, ANTE OMNIA OPUS EST, UT TENEAT CATHOLICAM FIDEM

----------------------------------------------- QUICUMQUE VULT SALVUS ESSE, ANTE OMNIA OPUS EST, UT TENEAT CATHOLICAM FIDEM ----------------------------------------------

mercoledì 21 luglio 2010

Le lezioni di dottrina: "La Santa Eucarestia". Parte I

tratto da La Santa Eucarestia secondo la dottrina cattolica di Padre Konrad zu Loewenstein.



INTRODUZIONE

La Santa Eucarestia è uno dei sette sacramenti della Chiesa. Il termine 'Santa Eucarestia' ha due sensi: Il Santissimo Sacramento dell'Altare e la Santa Messa. Nel primo senso la Santa Eucarestia viene considerata di per Se Stessa, e nel secondo senso viene considerata in quanto offerta.


I

IL SANTISSIMO SACRAMENTO ELL'ALTARE

In quanto sacramento, il Santissimo Sacramento:

  • 1) è un segno della grazia
  • 2) ci dà la grazia
  • 3) fu istituito da Gesù Cristo Stesso.
in particolare:

  • 1) il Santissimo Sacramento è un segno della grazia nel senso che le speci consacrate sono un segno del Corpo e Sangue di Cristo che contengono;
  • 2) il Santissimo Sacramento ci dà la grazia sovranaturale: non solo questo però, ma anche l'Autore della Grazia, ossia nostro Signore Gesù Cristo;

  • 3) questo scramento fu istituito da nostro Signore Gesù Cristo con le parole di consacrazione assieme a quelle del mandato: 'Fate questo in memoria di me' - parole con le quali ha istituito anche il sacramento dell'ordine, ossia il sacerdozio.

Questo sacramento si chiama Santissimo proprio perchè è Gesù Cristo Stesso.

Vogliamo adesso guardare il Santissimo Sacramento da vicino: prima come Presenza Reale, poi come Santa Comunione.


A) LA PRESENZA REALE

La dottrina della Presenza Reale è che nel Santissimo Sacramento nostro Signore Gesù Cristo è realmente presente, o più precisamente il SS. Sacramento è Gesù Cristo Stesso sotto le apparenze di pane e di vino.

Questo è un dogma cattolico che come gli altri dogmi sulla Santa Eucarestia viene definito nel Sacro Concilio di Trento (1545-1563). I dogmi cattolici sono le verità rivelate immediatamente da Dio che la Chiesa propone infallibilmente da credere come tali. Insieme costituiscono la fede.

Il dogma della Presenza Reale vien definito con le parole seguenti: 'Se qualcuno negasse che del Santissimo Sacramento dell'Eucarestia è contenuto veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e Sangue assieme all'anima e alla Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo e dunque il Cristo totale, ma dicesse che esso è solo come segno, figura o virtù, Sia Anatema'. (Trento S. XIII canone 1)
(Si quis negaverit, in sanctissime Eucharistiae sacramento conteneri vere, realiter, et substantialiter Corpus et Samguinem una cum Anima er Divinitate Domini nostri Jesu Christi, ac proinde totum Christum; sed dixerit tantummodo esse in eo ut in signo, vel figura, aut virtute: Anathema Sit.)

Al cuore della Santa Messa sta la Consacrazione o 'Trasustanziazione'. il Sacerdote dice parole sul pane e sul vino che li trasformano nel Corpo e nel Sangue di Gesù Cristo così che il nostro Signore Gesù Cristo è reso presente realmente sull'altare. Prima della Consacrazione c'è pane e vino; dopo la Consacrazione c'è Gesù Cristo: Corpo, Sangue, Anima e Divinità. il pane e il vino non esistono più, ma Gesù Cristo solo, e sola apparenza di pane e vino: gli accidenti o qualità: grandezza, estensione, peso ,forma, colore, gusto, odore: questi accidenti esistono senza soggetto, senza sostanza, tramite un miracolo di Dio. Non esistono né nel pane né nel vino, non esistono neanche in Gesù Cristo, ma esistono senza soggetto, senza sostanza. L'unica sostanza che esiste è Gesù Cristo stesso sotto la loro apparenza.


Non è che Gesù Cristo esista in o sotto il pane: questa è l'eresia di Martin Lutero che si schiama 'Consustanziazione'. Non è che il pane sia simbolo di Gesù Cristo: questa è l'eresia di Zwingli. Non è nemmeno che il pane sia una virtù di Gesù Cristo, che ci dia una forza spirituale: l'eresia di Calvino. Ma il pane e il vino sono divenuti Gesù Cristo nella Presenza Reale e non esistono più.


Questo dogma della Chiesa si basa soprattuto su due passi del nuovo testamento: il primo passo consiste nel discorso del Signore sulla Santa Eucarestia in San Giovanni 6, di cui citeremo i versetti 51 - 58: 'Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Il secondo passo, o piuttosto la serie di passi sulla Presenza Reale consiste nelle parole di consacrazione rapportate nei vangeli di San Matteo, San Marco, San Luca e nella prima Epistola ai Corinzi.
Sant'Agostino esclama: 'Dio essendo onnipotente non potè dare di più. Essendo sapientissimo non seppe dare di più. Essendo ricchissimo non ebbe da dare di più.' San Francesco d'Assisi dice: 'l'uomo deve tremare, il mondo fremere, il cielo intero deve essere commosso quando sull'altare tra le mani del Sacerdote appare il Figlio di Dio'. (Le citazioni dei santi vengono dal libro 'Gesù Eucaristico Amore' di Padre Manelli).


CONSEGUENZE PRATICHE


La chiesa non è né un museo, né un luogo d'incontro: è la Casa di Dio, la Porta del Paradiso, perché il Signore nostro Gesù Cristo è Realmente Presente nella chiesa: così realmente come lo fu a Nazaret e lo è nel cielo. Dobbiamo comportarci, dunque, con il più grande rispetto quando siamo alla Sua presenza.


Quando si entra in chiesa e quando si esce da essa, si prende l'acqua santa e si fa un segno di croce lentamente e con raccoglimento e si fa una genuflessione. Si fa una genuflessione anche quando si passa davanti al Santissimo e quando si arriva al proprio banco. Non si parla in chiesa. Se si deve comunicare qualche cosa ad altri in chiesa in maniera urgente, si parla a voce bassa. Il tipo di genuflessione che si fa in chiesa dipende da dove si trova il Santissimo: se è nel Tabernacolo, si fa una genuflessione semplice; se è esposto, si fa una genuflessione doppia con inchino profondo.

Alla Consacrazione, quando (nelle parole di San Francesco) "appare il Figlio di Dio tra le mani del sacerdote", i fedeli devono essere in ginocchio; anche quando il celebrante alza l'ostia colle parole "Ecco l'Agnello di Dio"



Finis partis I.