QUICUMQUE VULT SALVUS ESSE, ANTE OMNIA OPUS EST, UT TENEAT CATHOLICAM FIDEM

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martedì 1 febbraio 2011

Le lezioni di dottrina: "Extra ecclesia non est salus".

Lezione di Dottrina Cattolica tenuta da Padre Konrad zu Loewenstein


il giorno Sabato 19 Giugno presso Padova.


Il Concilio Vaticano I , rifacendosi alla Scrittura, stabilisce dogmaticamente che "senza la fede non è possibile che l'anima sia gradita a Dio", principio riassunto sinteticamente nell'espressione " Extra ecclesiam nulla salus" (a riguardo cfr.Enciclica "Singulari quadam" di Pio IX.). Specificazione: il dogma è una verità sovrannaturale dichiarata da credere come tale dalla Chiesa.


Essendo il nostro fine ultimo sovrannaturale abbiamo bisogno di un mezzo sovrannaturale. A riguardo San Tommaso D'Aquino introduce il paragone del "viaggio":


– il nostro fine è Dio;
– il nostro mezzo è Nostro Signore Gesù Cristo che dice "Io sono la Via: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me... nemo venit ad Patrem nisi per me "(Gv.14, 6).


Il contenuto della Fede è un disputatum ovvero non è stabilito dogmaticamente ma secondo l'opinione comune dei teologi è costituito:


– esplicitamente dai due Misteri fondamentali: la Santissima Trinità (come Fine) e l'Incarnazione (come Mezzo per raggiungerLa).
– implicitamente da tutte le altre verità di Fede che possono essere anche ignorate dalla singola persona ma che si danno per implicitamente accettate.


La I Lettera di San Paolo apostolo a Timoteo insegna che Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della Verità. Dalla sua Onnipotenza deduciamo quindi che a tutti viene data la possibilità di giungere alla Fede.


Alla salvezza si giunge solo e soltanto tramite la Fede: non basta vivere secondo coscienza (elemento naturale insufficiente) o secondo una qualche religione. Pio IX si interroga riguardo alla responsabilità di coloro che si trovano in ignoranza invicibile della Fede. Esempio di ignoranza invicibile è quella di coloro che si trovano al di fuori della civiltà cristiana. Essi non sono colpevoli agli occhi del Signore. San Tommaso insegna che quando qualcuno faccia ciò che è nel suo potere, cioè il possibile (per giungere alla fede ad esempio), Dio non mancherà di fare il necessario (cioè ciò che manca oltre a quanto fatto dal soggetto che ha operato tutto quanto era in suo potere): dunque permetterebbe a chi è in stato di ignoranza invicibile che vive secondo la propria coscienza di giungere alla Fede tramite un'ispirazione interiore oppure un predicatore, umano o angelico.


La evangelizzazione è, dunque, di prima importanza: è l'ultima cosa che viene ordinata agli apostoli da Nostro Signore. La stessa parola "cattolico" significa, tra l'altro, "universale". L'"ecumenismo", parola derivante dal greco "oikumène" cioè "terra abitata", si pone l'obiettivo di condurre tutto il mondo nella fede cattolica (secondo il concetto di "orbe cattolico"): la Chiesa è l'unica arca di salvezza che può condurre a Dio alla luce della Stella maris, la Beata Vergine Maria.


Gli strumenti per giungere alla salvezza sono l' intelligenza e la volontà e sono da ritenersi entrambe necessarie. Attualmente si incorre nell'errore di concentrarsi esclusivamente sulla volontà, sull'aspetto dell' amore , ma esso è insufficiente, o meglio non si può avere amore senza la conoscenza, per il motivo che non si può concepire il buono senza il vero: dunque l'amore si deve basare sul vero.


Esaminiamo ora due visioni errate riguardo al rapporto tra fede e salvezza, una troppo ristretta e una troppo ampia.

a) Troppo ristretta è la visione proposta da padre Leonard  Feeney (diffusa negli Stati Uniti) che ci si salvi solo tramite il battesimo formale (quello officiato dalla Chiesa secondo il rito). Esclude ad esempio due forme di battesimo da sempre riconosciute dalla Chiesa Cattolica: il battesimo del voto e il battesimo del sangue (Cfr. Catechismo della Dottrina cristiana di San Pio X, n.280).

Egli si basa su un passo del Vangelo di San Giovanni, ove Cristo si rivolge a Nicodemo dicendo che la salvezza si raggiunge solo "per acqua e Spirito Santo" (Gv 3, 5) commettendo un errore di matrice sostanzialmente protestante, ovvero limitandosi alla letteralità del testo biblico senza tener conto del costante insegnamento della Chiesa (mentre secondo la Dottrina Cattolica la Scrittura non è di per sé sufficiente: sola Scriptura non sufficit ).


Ad ogni modo, la retta interpretazione del citato passo giovanneo viene illustrata  in analogia con un altro passo del medesimo Vangelo, e precisamente con i versetti 51-58 del sesto capitolo. Dalla lettura dei passi esaminati sembra che soltanto chi riceva il Battesimo e la Santa Comunione si salvi, invece l'Angelico Dottore D'Aquino insegna che per la salvezza non sono veramente necessari i sacramenti a cui ci si riferisce ma la realtà della grazia che da entrambi scaturisce (non dunque l'actus ma lo status ). Riassumendo, per salvarsi non è strettamente necessario aver ricevuto il battesimo formale o la Santa Comunione ma possedere la grazia santificante.

Per concludere illustriamo il significato del battesimo del voto e del sangue prima accennati. Il battesimo del voto si basa sul desiderio del battesimo stesso. Non è tuttavia sufficiente questo desiderio se non è coltivato unitamente all'autentico pentimento per i proprii peccati. Situazione tipica di "voto" è quella del catecumeno che si prepara per ricevere il battesimo. Il battesimo del sangue è rappresentato dal sacrificio dei martiri. Il martirio è infatti un atto perfetto di carità che lava tutti i peccati.


b) Il secondo errore è quello che confonde l'ordine naturale e sovrannaturale.


Si cade nel "naturalismo" quando si porta tutto nell'ordine naturale, nel "sovrannaturalismo" quando tutto è ricondotto a quello sovrannaturale.
 Di matrice naturalista è ad esempio l'eresia di Pelagio che afferma che, per ottenere la salvezza, è sufficiente condurre una buona vita secondo la coscienza (elemento naturale) anche senza la grazia. La grazia è invece un elemento centrale e fondamentale, anche se spesso dimenticato (ad esempio dai falsi ecumenisti).

Di matrice sovranaturista è ad esempio la tesi che il limbo non esista: cioè che tutti i bambini morti prima del battesimo godranno della visione beatifica di Dio: ovvero la beatitudne sovrannaturale. Contro questa tesi occorre dire che non è mai stato dichiarato dogmaticamente che esista il limbo, tuttavia il magistero ordinario della Chiesa si è pronunziato costantemente in questo senso. Il documento del 2007 emanato in materia da una commissione teologica internazionale, che esprimeva vari ordini di dubbi riguardo l'esistenza del limbo, non è parimenti vincolante ma contribuisce alla discussione teologica in materia: rappresenta un'opinione teologica.


Il Concilio di Trento dichiara che il battesimo è necessario per la salvezza, il Catechismo della Dottrina Cristiana di San Pio X che i bambini non battezzati vanno al limbo e il Servo di Dio Pio XII, nell'Enciclica "Humani generis" ( s. 42) ricorda che lo stato di grazia è assolutamente necessario per la salvezza: per gli adulti un atto d'amore perfetto, di carità, può bastare per conseguire lo stato di grazia (e dunque la salvezza) ma ai bimbi è preclusa tale possibilità.

I teologi si sono poi soffermati sull'ipotizzare le caratteristiche del limbo.

San Tommaso descrive la prospettiva del limbo come una prospettiva di beatitudine , un'unione dell'intelletto e della volontà con Dio nel pieno godimento di tutti i beni naturali

Tuttavia possiamo dire che il limbo si situa all'inferno: questo può sembrare strano viste le caratteristiche illustrate supra perché associamo all'inferno l'idea della sofferenza, ma, come insegna anche il Dottore angelico, la caratteristica fondante dell'inferno non è la sofferenza (poiché essa non è propria dell'intero inferno ma solo di alcune sue parti), ma la mancanza della grazia e della visione beatifica di Dio che non è accessibile per le anime non morte in stato di grazia.