Predica
del 29 Gennaio 2012 di padre Konrad
La
blasfemia
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
La
natura precisa della blasfemia recente a Milano (riferito allo spettacolo che è stato dato sul Volto di Cristo) non
ci interessa perché, la conoscenza del male, è degradante, e come dice il Libro
della Sapienza "non è la saggezza".
Cosa
è la blasfemia? La blasfemia è la contumelia contro Dio, può essere o eretica,
o non eretica.
Un
esempio della blasfemia eretica è la dottrina di Calvino "che Dio sia la
causa del peccato", la blasfemia non eretica può essere o la semplice derisione
o l'imprecazione. Un esempio della derisione è la parola dei giudei al Signore
di "scendere dalla Croce se fosse il Figlio di Dio", un esempio
dell'imprecazione è la parola che Dio morisse. Se l'imprecazione è deliberata,
comprende l'odio verso Dio che è il peccato il più grande in assoluto.
La
blasfemia è un peccato contro la Religione e la Carità. Se è deliberato, è un
peccato mortale.
La
Religione è la virtù di rendere a Dio ciò che Gli è dovuto, cioè l'adorazione,
la lode, il ringraziamento e la petizione; la Carità è la virtù, come sappiamo
bene, di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, e
con tutte le nostre forze.
La
blasfemia può essere considerata assieme all'ateismo e al peccato in genere. Mentre
l'ateismo è la negazione di Dio, la blasfemia è la contumelia contro Dio;
mentre il peccato è una offesa indiretta verso Dio, la blasfemia è una offesa
diretta contro Dio. La blasfemia, l'ateismo e il peccato in genere costituiscono
una ribellione superba contro Dio, una ribellione che cresce sempre e che si
manifesta nell'epoca moderna sempre più chiaramente. Il Salmista dice: "la
superbia di chi ti odiano cresce sempre - superbia eorum qui te oderunt crescit
semper".
La
blasfemia in riparazione di cui questa Santa Messa viene celebrata è
precisamente una ribellione contro Iddio Uomo, Nostro Signore Gesù Cristo + di
cui il Nome sia sempre adorato. Di questa ribellione in genere parla il Salmo 2
"perché congiurano le genti e perché i popoli hanno meditato cose inani? Insorgono
i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il
suo Messia: spezziamo le loro catene ( dicono ), gettiamo via i loro
legami".
Ora,
due caratteristiche particolari di questa ribellione sono la sua inanità e la
sua impietà. La ribellione è inane, come viene espresso nel Salmo, perché è una
ribellione contro l'Essere stesso, sempiterno, Onnipotente, somma di ogni
perfezione, vestito di infinità Maestà e Gloria, una ribellione da un essere
limitato e finito che esiste solo in quanto partecipa all'esistenza di Dio, e
che è buono solo in quanto partecipa alla Sua bontà. Tutto ciò che è
nell'essere umano è mancanza: mancanza di essere, mancanza di bene: questo è
proprio a lui. L'essere umano è una creatura di un'ora destinata a morire,
polvere alla polvere, di cui il fiore appassisce, e la gloria, la bellezza, la
forza passano, si sciolgono e periscono. "Perché dunque si insuperbisce la
polvere?" chiede l'Ecclesiastico (cfr Siracide 10,9).
La
ribellione è empia perché è contro il nostro Padre Celeste che occorre amare
con l'amore di pietà: Egli che ci ha creati, che ci conserva in esistenza, che
ci ha resi figli adottivi col dono gratuito della Grazia; è empio perché è
contro il nostro Fratello e Redentore Gesù Cristo + che ha preso su Se stesso
tutti i nostri peccati e li ha espiati tramite la Sua Passione e Morte in una
certa infinità di sofferenza.
Ma
Dio non è solo l'amore e la misericordia stessa, bensì anche la santità e la
giustizia, e non sarebbe la santità né la giustizia se non vendicasse le offese
commesse contro di Lui. "Colui che abita nei cieli riderà su di loro"
leggiamo nello stesso Salmo 2.
Ci sarà dunque una punizione per questa
ribellione sui ribelli: una punizione temporale o eterno, secondo la gravità
del peccato e secondo il loro pentimento. Ma secondo la gravità del peccato,
soprattutto coloro che sono direttamente contro Dio, ci può essere anche un
castigo degli innocenti, per esempio tramite i disastri naturali o guerre, come
la Madonna di Fatima ha chiaramente constatato.
Per evitare questo ultimo pericolo bisogna
riparare. La Santa Messa è già una riparazione, ma invito tutti,
carissimi fedeli, e me come primo, di fare anche la propria riparazione, che può
essere uno sforzo di combattere un determinato peccato o vizio abituale del nostro
carattere, o un impegno più serio per la Preghiera o la conversione.
Il
Signore è molto offeso, ma sarà consolato da un amore più grande, più fervente
da parte dei suoi amici.
Amen.
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Sia lodato Gesù Cristo +