QUICUMQUE VULT SALVUS ESSE, ANTE OMNIA OPUS EST, UT TENEAT CATHOLICAM FIDEM

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mercoledì 25 agosto 2010

Istruzione sulle diverse usanze della chiesa

Tratto dal "Manuale di Filotea" di Giuseppe Riva.

Siccome, al dir di S.Paolo, per mezzo delle cose visibili si ascende a quell che non si veggono, ed è dovere di ogni fedele d'impiegare per il culto di Dio, non solo il proprio spirito, ma ancora il proprio corpo, imponendosi a tutti il primo precetto del Decalogo, d adorar Dio con tutte quante monie particolari, per mezzo delle quali le funzioni riescono più maestose, e mentre allettano ed eccitano la divozione dei fedeli, li erudiscono ancora così nelle cose che si hanno da credere, come di quelle che si hanno da praticare.

E' vero, se tutto si comincia e tutto si accompgna col SEGNO DELLA SANTA CROCE, è:

  1. per ricordarci i due principali misteri indispensabili a credersi, cioè l'unità e trinità di Dio, la Incarnazione, la Vita, la Passione e la Morte di N.S. Gesù Cristo;
  2. Per insegnarci che, come dall'albero della scienza proibito ad Adamo nel Paradiso è venuto ogni male, così dal'Albero della Croce su cui morì Gesù Cristo ci è venuto ogni bene;
  3. per discacciare il demonio che in tutto si infiltra, da per tutto ne insidia, e incessantemente ne insegue per divorarci.

Se si usa frequentemente dell'ACQUA SANTA è:

  1. per invitarci a sempre più purificare il nostro spirito coll'acqua mistica della compunzione e della penitenza;
  2. per renderci colla nostra purezza e sempre meritevoli di essere esauditi nelle nostre preghiere, e sempre più sicuri di vincere nelle nostre spirituali battaglie.

Se qualche volta adopera L'INCENSO: è:
  1. per rendere omaggio a Dio col distruggere una creatura in suo onore;
  2. per imitare sulla terra ciò che fanno molti angeli in cielo, ove s.Giovanni vide offrire a Dio molti incensi bruciati in turiboli d'oro;
  3. per togliere dai luoghi sacri il cattivo odore che vi si potrebbe introdurre con pregiudizio della riverenza che ad essi è dovuta;
  4. per insegnarci a consumare anche noi o effettivamente, o almeno con la sincera disposizione d'animo, le nostre sostanze e la stessa vita in onore di Dio, e a spargere da per tutto il buon odore di Cristo colla edificazione delle nostre buone opere.

Se INCENSA i cristiani tanto vivi quanto morti, lo fa per tre ragioni:

  1. per onorare quei corpi che col battesimo diventarono membri di Cristo e templi dello Spirito Santo;
  2. per dimostrare che tato pei vivi quanto pei morti, la Chiesa fa delle orazioni che, come incenso, salgono al cielo e quindi avvisare i fedeli che, siccome l'incenso, che si alza al cielo è l'immagine dell preghiera che ascende al trono di Dio, così la incensazione dei vivi è un invito che a loro si porge, perché facciano ascendere a Dio le proprie particolari preghiere;
  3. per dimostrare come i fedeli morti hanno già fatto olocausto di se stessi al Signore, così i fedeli hanno il dovere di fare della propria vita un olocausto a Dio, consumandola tutta al suo servizio.




Se usa dei LUMI nella celebrazione dei misteri, non è solo per conservar la memoria di ciò che la Chiesa faceva nei primi secoli, che dovendo celebrare nelle grotte e nelle caverne a motivo delle persecuzioni, abbisognava di lumi, ma ancora per mostrare l'ardore di cui deve essere acceso il cuore nel porgere ossequio al nostro Dio: non che per attestare la nostra credenza in questa gran verità che Gesù Cristo la vera luce del mondo, e il sole di giustizia che fa passare dalle tenebre alla luce chiunque in Lui crede.

Se si tengono accese delle LAMPADE davanti a particolari immagini, ma in particolare davanti al SS. Sacramento, è:

  1. per onorare la divina maestà che aveva comandato agli Ebrei d tener sempre in suo onore acceso il fuoco del tabernacolo;
  2. per significare che Dio è quella luce che sempre splende sopra di noi con la sua provvidenza;
  3. perchè i fedeli entrando nelle chiese riconoscano al primo sguardo ove si trovi l'oggetto principale del nostro culto, quindi in esso ravvivino la loro fede, e imparino a consumare a gloria di Dio la propria vita, come alla sua presenza si consuma l'olio e la cera.

I LUMI che si tengono davanti alle Reliquie dei santi, mentre servono ad onorare i santi, valgono ancora a significarci:

  1. che essi sono vissuti di fede e di carità, l'una adombrata nella luce, l'altra nel calore;
  2. che essi vivono davanti a Dio nella gloria, come la fiamma che arde davanti alle loro Reliquie;
  3. che quelle medesime Reliquie aride e morte riviveranno un giorno, e brilleranno come stelle per tutta quanta l'eternità.


Se si usa il CANTO, così nella sacra officiatura, come nelle sacre funzioni a cui partecipa il popolo, egli è per tre motivi:
  1. perchè Lo Spirito Santo medesimo esorta tutte le creature a cantar le lodi di Dio anche con musicali strumenti, come faceva il re Davide;
  2. perchè la Chiesa militante imita fin d'ora la chiesa trionfante che s.Giovanni sentì risuonare delle più incantevoli armonie;
  3. per eccitare colla soavità della melodia lo spirito e il cuore dei fedeli ai sentimenti più teneri di divozione.

Se nelle sacre funzioni usa la LINGUA LATINA lo fa per cinque ragioni:

  1. per conservare quella lingua che è propria di Roma e di tutto il mondo da lei dominato, quando s.Pietro la convertì al Cristianesimo, e vi stabilì la propria sede come in centro da cui, per le agevolate comunicazioni, più facilmente far sentire da e per tutto la divina influenza ella sua missione di vero Vicario di Cristo, che doveva perpetrarsi in tutti i suoi successori, come avvenne difatti e seguiterà ad avvenire fino alla fine del mondo: ed è per quest'unico scopo che la Provvidenza aveva già fatto di Roma la regina e maestra dell'Universo;
  2. per meglio conservare e far sentire a tutti i fedeli nell'unità della lingua l'unità della fede che dappertutto è la stessa: ond'è che in qualunque paese si trovi il cristiano cattolico, si trova sempre come in sua casa, e conosce subito quali sono i suoi veri fratelli;
  3. perchè essendo la lingua latina una lingua fissa, inalterabile; non più soggetta a variazione è la più propria a rapperesentare la inalterabilità della fede che è sempre la stessa in tutti i tempi;
  4. perchè questa lingua propriissima a ricordare la genuina parola di Dio scritta, dacchè s. Girolamo, a ciò incaricato dal Papa san Damaso fu tradotta tutta in latino, e la sua traduzione, detta 'vulgata', fu dichiarata dal Concilio Tridentino la sola autentica fra tutte le traduzioni latine;
  5. perchè la lingua latina è quella in cui fu a noi tramandato il vero senso d'ogni parola della Divina scrittura nelle diverse opere dei Santi padri, perocchè essi, o hanno scritto in latino originariamente, o furono poi fedelmente in latino tradotti.