QUICUMQUE VULT SALVUS ESSE, ANTE OMNIA OPUS EST, UT TENEAT CATHOLICAM FIDEM

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martedì 27 settembre 2011

GRANDEZZA DI S. MICHELE NELLA CARITA' VERSO I PECCATORI


I. Considera come la grande carità, di cui arde l'Arcangelo Michele verso gli uomini, lo spinge a scuotere i peccatori, perchè sorgano dai loro vizi, e ritornino a Dio. Si legge nella Genesi che Agar, venuta a contrasto con la sua padrona Sara, mo­glie di Abramo, a causa di suo figlio Ismaele, scac­ciata di casa, fuggiva nel deserto di Besabea. Le si fece avanti l'Arcangelo del Signore e le disse: Agar, donde vieni? Dove vai? Ritorna dalla tua padrona ed umiliati sotto la sua mano. Agar, che vuol dire forestiera, è figura dell'uomo, il quale è un pelle­grino e forestiero in questo mondo, come insegna il Profeta David. Sara, che vuol dire Signora, significa Dio, Padrone di tutte le cose, da cui l'uomo peccatore si allontana, ogni volta che a causa delle sue passioni calpesta la legge di Dio. Fugge il pec­catore, corre nel deserto del. mondo, ove non trova nemmeno una goccia di acqua per refrigerio, - il mondo non ha veri refrigeri. Ecco S. Michele, An­gelo del Signore, che grida al peccatore: Donde vieni? Dove corri? Guarda da chi ti allontani! Ti allontani da Dio, sommo bene! Come andrà a finire la tua vita? Ritorna a Dio, tuo Creatore e Signore, centro di ogni anima, cumulo di ogni felicità; umi­liati sotto la sua mano con perfetta osservanza del­la divina legge.

II. Considera, come S. Michele esercita tale uf­ficio verso i peccatori che Lo onorano e Lo invocano con preci. Così fece con Calvino, gran Cavaliere e Consigliere del Re Filippo di Francia. Gli apparve, e disse: « Se vuoi salvarti, procura di uscir di cor­te, altrimenti ti dannerai, perchè non dici la ve­rità. Abbi compassione di te stesso ». Un Paladino dell'Imperatore Ottone edificò un Tempio in onore di S. Michele, al quale chiese la grazia di godere il favore del suo Re. S. Michele gli apparve e gli dis­se: « Io non voglio il tempio che mi hai edificato, perché l'hai fatto col sangue dei poveri, sfruttando il favore del Re. E' da gran tempo che Dio ti ha condannato all'inferno: io però ho pregato per la tua salvezza. Sappi che l'Imperatore si rivolterà e farà giustizia di te, il Signore ti ha concesso che se morrai in tal guisa, non ti danni ». Atterrito da sì spaventosa notizia, il Paladino promise di mutar vi­ta, lasciare il mondo, riparò le ingiustizie commesse, entrò in religione, mutò vita, e si salvò. Oh quanto è benigno verso i peccatori l'Arcangelo S. Michele!

III. Considera, o cristiano, quante volte questo celeste Principe ha esercitato con te peccatore tanta carità. Quante volte ha rischiarato la tua mente per farti conoscere lo stato miserabile in cui giacevi? Quante volte parlando al tuo cuore ti ha dimostrata la inevitabile dannazione eterna, se non avessi mu­tato strada? L'ammonizione d'un superiore, l'improv­visa morte di un tuo amico, quella disgrazia in casa: sono stati altrettanti avvisi dei cielo a mutar vita. Ringrazia il celeste Arcangelo, e metti in pra­tica i suoi avvertimenti se vuoi salvarti! Anche og­gi Egli ti dice: «Ritorna al tuo Dio e Signore; umi­liati sotto la sua mano». Gettati perciò contrito ai piedi di Gesù Crocifisso e prometti di vero cuore di lasciare la cattiva via che hai finora seguito.