QUICUMQUE VULT SALVUS ESSE, ANTE OMNIA OPUS EST, UT TENEAT CATHOLICAM FIDEM

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sabato 11 settembre 2010

La storia dell'invenzione e dell'Esaltazione della Santa Croce su cui, per opera di Gesù Cristo, fu compiuta la redenzione di tutto il genere umano, è troppo interessante per essere passata sotto silenzio. Facciamone dunque qualche cenno.

INVENZIONE DELLA SANTA CROCE

Costantino detto il Grande, figlio di Costanzo Cloro e di S.Elena, dopo essere stato presente alla morte del proprio padre nella Gran Bretagna, fu dichiarato imperatore in suo luogo il giorno 25 luglio 306. Investito della suprema autorità, cominciò a regnare nell'Inghilterra, nelle Gallie e nella Spagna che erano i paesi dominati da Costanzo quando da Diocleziano fu associato all'impero. a dopo qualche anno, sentendo che massenzio in Roma cercava di usurpargli il trono, mosse dal Reno contro di lui, e sapendo che il suo nemico era assai maggiore di forza, dacchè non aveva meno di duecentomila uomini, chiama in soccorso il Dio dei Cristiani, per i quali aveva una gran propensione. La sua speranza non lo tradì, ma anzi, il giorno inanzi alla battaglia, trovandosi alle porte di Roma qualche ora dopo il meriggio, a vista di tutto il suo esercito, non che di lui che ne era a capo, apparve in cielo una croce più luminosa del sole, e intorno alla quale si leggevano queste parole - Con questa bandiera tu vincerai - in hoc signo vinces. La notte seguente Gesù Cristo gli apparve in sogno, e mostrandogli di nuovo la croce apparsa in cielo il giorno avanti, gli comandò di farne subito costruire una in tutto simile a quella che gli era mostrata, e di usarla come stendardo di guerra, che avrebbe certissima la vittoria. Appena svegliato l'imperatore diede gli ordini opportuni per fare questa nuova bandiera tanto famosa sotto il nome di 'labaro', la quale consisteva in una lunga picca tutta coperta di oro traversata in alto da un altro legno che formava una croce dalle cui braccia pendeva un velo tessuto d'oro e pietre preziose. Al sommo della croce brillava una ricca corona d'oro, nel cui mezzo stavano le lettere greche indicanti il nome di Cristo. Con questa nuova bandiera che veniva portata dai veterani più distinti per valore e per pietà, si avanzò Costantino verso Massenzio, e al Ponte Milvio, detto ora il Ponte Molle, lo sconfisse per modo che il tiranno prese la fuga e si annegò nel Tevere il 28 ottobre del 312. Questa è quella grande vittoria che determinò Costantino a dichiarare la religione cristiana libera in tutto l'impero; il chè fece con formale decreto, sottoscritto in Milano nell'anno 313; tanto più che, vinto Massenzio, trionfò anche su Licinio, imperatore d'oriente, persecutore fierissimo del Cristianesimo, e così divenne egli solo padrone del mondo conosciuto a quei tempi. Pochi sono i fatti che abbiano tante prove tante quante ne abbia l'apparizione della Croce a Costantino. Eusebio ci assicura di averlo appreso alla bocca stessa dell'imperatore. lattanzio che scrisse prima di Eusebio ne parla come di fatto innegabile.

Risoluto Costantino di sfar trionfare la Croce in tutte la parti del suo impero, comandò prima di tutto di abbattere quei templi profani che l'Imperatore Adriano aveva fatto innalzare sopra il Santo Sepolcro, dopo di averlo riempito di terra e nascosto alla vista comune con un pavimento di pietra. Datone l'ordine a Draciliano, governatore della Palestina e partecipatene la notizia a s. Macario vescovo di Gerusalemme, santa Elena, madre dell'Imperatore, quantunque fosse già sugli ottant'anni, volle prendere personalmente la direzione, e pose ogni suo studio nel ricercare la Santa Croce. Dopo un lungo scavare, si giunse a scoprire il Sepolcro, e in sua vicinanza tre croci della stessa grandezza e della stessa forma, per cui non si poteva distinguer quale fosse quella del salvatore, tanto più che il titolo ordinato da Pilato era confuso tra i vari legni.

nell'impossibilità di riconoscere quale delle tre croci fosse quella che si cercava, s,Macario suggerì all'imperatrice di portarle tutte e tre alla casa di una gentildonna che era moribonda. Fatta una fervida preghiera, e portate le croci alla casa dell'ammalata, si provò a toccarla con esse: ma mentre alcun effetto si ebbe dalle prime, al tocco della terza l'ammalata si vide perfettamente guarita. Alcuni altri riferiscono che la Santa Croce era stata riconosciuta per l'istantanea resurrezione di un morto che sopra di essa fu steso, mentre nulla era avvenuto posandolo sulle altre due croci.

Riconosciuta la vera Croce, si fondò una chiesa nel luogo in cui fu trovata, ed ivi la si depose in una grande custodia di sommo valore. Una porzione però fu da S.Elena mandata al suo figlio in Costantinopoli, e un altra spedita alla chiesa da lei fondata in Roma e che ora si conosce sotto il nome di Santa Croce di Gerusalemme, alla quale regalò anche il titolo della Croce. La parte più considerabile della Santa Croce, fu fatta chiudere da S.Elena in un astuccio d'argento e lasciata a Gerusalemme sotto la custodia del vescovo s. Macario che la depose nella magnifica chiesa costruita sul Santo Sepolcro.

Da tutte le parti concorsero sempre i fedeli a venerare si gran Reliquia, ed è pur rimarcabile il fatto che da San paolino è riferito nella sua lettera a Severo, cioè che per quanti pezzetti venissero staccati da essa, non veniva mai a scemarsi, riproducendosi a misura che veniva tagliata come fosse legno ancora vivo. S.Cirillo di Gerusalemme, che viveva 25 anni dopo la Invenzione della Santa Croce, protesta che dopo essersene distribuiti tanti pezzetti da trovarsene in ogni parte del mondo, la Croce era ancora della stessa grandezza e grossezza, come se non fosse mai stata toccata da alcuno, e paragonava questo fatto ai pani moltiplicati nel deserto per sfamare cinquemila persone.

Un piccolo appunto:
Chi volesse venerare le Reliquie della Vera Croce sappia che da Costantinopoli, furono portate a Venezia, prima durante la IV crociata nel 1204, poi dai profughi della città, invasa dai turchi nel 1453. Attualmente hanno la loro collocazione nell cappella delle reliquie, all'interno del tesoro di San Marco.
Altri due importanti frammenti della Croce sono in possesso: uno nella Scuola Grande di s. Giovanni Evangelista, come documentato anche dal celebre ciclo pittorico di Vittore Carapaccio, l'altra alle Gallerie dell'Accademia, dentro il magnifico reliquiario appartenuto al cardinale Bessarione.
Le spoglie mortali di s.Elena si trovano, sempre a Venezia, nella chiesa a lei dedicata.